Operatori pastorali

Un grazie cordiale ai sacerdoti, ai sagrestani, ai cantori, agli organisti e a tutti gli operatori pastorali della Parrocchia che hanno collaborato perché le Feste natalizie si potessero svolgere nel migliore dei modi, nella liturgia e nella carità fraterna. In queste feste le chiese della parrocchia sono state affollate e speriamo che la conversione proposta dalla Parola di Dio porti abbondanti frutti di bene.

Mani operose e silenziose

Vi riferiamo a Formentin Letizia Francesca e allla sorella Fernanda perché hanno preparato con le loro proprie mani e donato le copri-tovaglie, ornate di pizzi e merletti, per tutti gli altari del duomo. E sono tanti… Non solo, ma hanno anche fornito il duomo di tutti i lini, altrettanto ornati, per le celebrazioni, donati anche all’ Arcivescovo e alla Casa di Fraternità sacerdotale. Il tutto, stirato e confezionato ad arte dall’amica Mariarosa, è giunto in duomo. Siamo a loro grati e desideriamo augurare a loro lunga vita ed un Buon Anno in salute e serenità.

Un lungo servizio alla comunità

Ci è gradito accomunare a questo ringraziamento i coniugi Eleonora e Fiorenzo Zanon che per tanti anni si sono dedicati alla impaginazione e pubblicazione del foglio domenicale “L’angelo di S. Maria di Castello”, compito che hanno espletato con precisione e costanza ogni settimana. Questa attività può sembrare semplice ma è grande perché arricchita dalla fedeltà costante che ha permesso a tante famiglie di leggere un commento alla Parola di Dio, aggiornarsi sulle iniziative della Parrocchia, gioire per le notizie belle, partecipare alle preoccupazioni della comunità. Allora grazie, Eleonora e Fiorenzo, a nome di tutta la comunità, e ogni bell’augurio per la vostra vita. Adesso l’impegno è stato affidato a Bertossi Ameris e Macola Giulio che già si sono messi all’opera con entusiasmo. Grazie.

Cari parrocchiani,

anche quest’anno desidero entrare nelle vostre famiglie per augurarvi “Buon Natale”. È il Natale che ci apre al Giubileo, tempo di grazia, tempo di speranze che si aggrappano all’unica speranza che non delude: Gesù Cristo, Emmanuele, Dio con noi. Tutti sentiamo il bisogno di continuare a sperare, nonostante tutto. Dio ci viene incontro sempre con la nascita del suo Figlio. E noi conosciamo le sue nascite.

La nascita eterna nel grembo del Padre.

 È la più sublime. Ineffabile. Inconcepibile. Fuori del tempo e dello spazio. Dio non è isolato e solitario. Condivide il dono della vita col Figlio, nella comunione dello Spirito Santo che li unisce nel comune amore.

La nascita nel tempo.

Circa 2000 anni fa Gesù, il Figlio di Dio è nato nel tempo. Il cielo è sceso e scende ancor sulla terra. Passato e presente sono riuniti nell’oggi di Dio. È venuto una volta per tutte. A salvare tutti. A donare speranza. A testimoniare l’amore del Padre. Diventa come noi perché noi diventiamo come Lui. Ma c’è una nascita che ci coinvolge personalmente.

La nascita qui, nella nostra esistenza, sempre.

È una nascita reale? Dipende da noi. Può nascere 2000 volte nel presepio ma a nulla giova se non nasce anche nel cuore. Lui non forza nessuno, chiede discretamente un posto nella nostra vita, spetta a noi concederlo o no. Egli viene ed è necessario che celebriamo sempre la sua venuta a Natale perché noi siamo diversi dall’anno scorso ed il mondo attorno a noi è cambiato. Se lo accogliamo, anche sentiamo che cammina con noi ed è solidale con noi, è nostro compagno di viaggio. Ci insegna “a fare rete tra noi”, tra popoli diversi, tra generazioni diverse, mentre siamo in cammino verso una comune meta che è il cielo, cioè la comunione definitiva con Lui, la pienezza della vita. Cosa ci possiamo augurare? In mezzo a tante difficoltà e violenza, ci auguriamo di poter guardare sempre a Gesù, via e meta della nostra speranza ed esperimentare la sua costante nascita tra noi. Le sue braccia sono aperte all’accoglienza: viene per noi, cammina con noi. vive in noi. Sappiamo cercare con fede le orme, le tracce del suo cammino con noi.

Buon Natale a tutti.

Il Parroco Mons. Luciano Nobile

Il canto del Missus è il canto del testo evangelico che racconta l’Annunciazione del Signore (Lc 1,26-38)

come è tradizione nel nostro Friuli

dal 15 al 23 dicembre.

Chiesa di S. Giacomo: ogni giorno alle ore 10.00

Chiesa della Purità: ogni giorno alle ore 19.00

Ogni giorno feriale in Purità: ore 7.30 S. Messa e recita delle Lodi – Ore 19.00 S. Messa e recita dei Vespri.

LA LUCE DI BETLEMME

Gli Scout Cattolici d’Europa sabato 21 c.m. durante la S. Messa delle ore 19.00 porteranno in cattedrale “La Luce di Betlemme”. È una fiammella attinta nella grotta di Betlemme dove arde ininterrottamente dal 1347, alimentata dall’olio offerto a turno dalle nazioni europee. Dal 1986, ogni anno un bambino austriaco si reca a Betlemme e la porta a Linz, dove prende inizio il suo viaggio in Europa. Portata dagli Scout attraverso varie nazioni giunge fino a noi. È una piccola luce, simbolo di Cristo, Luce del mondo e dono gratuito del Padre per la salvezza dell’umanità.

Come ogni anno, abbiniamo questa iniziativa a qualche opera di carità per manifestare l’amore di Dio. Possiamo attingere un lumino alla “Luce di Betlemme” e portarlo a casa, accanto al Presepio di famiglia., lasciando una offerta per queste opere di solidarietà fraterna:

  1. Aiuto ad un gruppo di Suore Apostoline di Skiernewice in Polonia.
  2. Contributo per la formazione delle giovani infermiere dell’Istituto “Padre Colombo College of nursing” a Kazipet-Hanumakonda-Telangana (India). 
  3. “I bambini aiutano i bambini sordi” della piccola missione “Gualandi” di Cebu City nelle Filippine e di Butembo in Congo.

Nel mese di settembre scorso, ho incontrato i due artisti che, ormai da oltre 10 anni, preparano il presepio per la nostra cattedrale. Essi si lasciano ispirare oltre che dalla fede, anche dalla tematica che viene loro suggerita e che realizzano con sensibilità personale e fantasia. Così Mirella Canciani e Lorenzo Chiavone quest’anno sono stati invitati a tenere presente il Giubileo che presto inizierà ed ha per titolo: “La speranza non delude”. Adoperano sempre le medesime statue che sono uscite dalle mani esperte di rinomati scultori della Val Gardena, tra i quali il nostro parrocchiano Engelbert Demetz. A lui va anche il merito di aver promosso e animato gli altri artisti nella realizzazione di questo splendido gruppo ligneo. È una iniziativa che si è sviluppata negli anni dal 1992 al 2019 e che ha coinvolto anche l’Associazione dei Pueri Cantores, il Comune di Udine e naturalmente la Parrocchia del Duomo. Ed ecco allora la presentazione del nostro presepio:

“LA SPERANZA NON DELUDE”

È il motto del Giubileo che inizia la Viglia del S. Natale a Roma. Chi è la nostra speranza? Mi sembra che i due artisti, che hanno pensato e realizzato il Presepio della cattedrale, abbiano voluto dare una risposta a questa domanda con delle immagini che vanno colte con attenzione.

La porta

Appena entrati in cattedrale, subito il nostro sguardo è attirato dal grande portale che precede lo stesso presepio. È la porta che apre ad una scena dolcissima: Una famiglia assorta nella contemplazione di una vita che è sbocciata sulla terra e indica che Dio crea ancora opere d’arte viventi. Quel bambino già ci dice: “Io sono la porta” (Gv 10,7). Attraverso di Lui si entra nella vita dell’Eterno. Questa porta è sempre spalancata, non si chiuderà mai. Non può chiudersi. Infatti, le ante sono state divelte dalla potenza di Colui che viene nel segno della debolezza. È sempre aperta. E tale resterà finché un uomo calpesterà questa terra, deserta e assetata di pace, di amore e di speranza, perché continuamente imperversano la guerra e la violenza. Sempre in mezzo a noi nasce Colui che è “la Porta”, il Figlio di Dio che giace sul grembo della “Mater spei” (Madre della speranza)

Il Tau

Al di là della porta, si nota un Tau che, come lembo di povera casa, idealmente protegge la famiglia umana. A noi richiama un segno che è famigliare: la croce. Il simbolo dell’amore infinito ed eterno di Dio per noi. Il dono della vita di Gesù per noi. Dio stesso è la nostra casa dove ci sentiamo amati gratuitamente e animati dalla speranza. “O crux, ave spes unica!”

Le case con le finestre

Si osservi bene. Dalle finestre si può guardare dall’alto in basso, si può spiare e non essere visti, si può vedere e non guardare. Chiusure e solitudini. Disinteresse e sospetti. Paure ed ansie.  Drammi e tragedie. Si vivono forse anche nelle nostre case. Cosa manca di essenziale a quelle case? Le porte. I cuori. Il dialogo. La gioia della vita. Le relazioni. Questi  sono i varchi che si devono aprire, costruire, e devono restare sempre aperti come “La Porta”. I segni di speranza ci sono. A noi trovarli, a noi spetta crearli.

Le scene

Allora guardiamo cosa succeda attorno a queta famiglia di Gesù di Nazareth. Noi vediamo dei segni di speranza. Gli animali si fermano e si guardano quasi a dare un segno di pace nella natura rinnovata, le pecore si rivolgono al pastore fiduciose in attesa del nutrimento, altre si accompagnano al pastore per recarsi alla grotta, i Re Magi si consultano sulla venuta di Cristo, l’agricoltore offre la sua cesta di frutta mentre, incuriosito dal canto degli angeli, si toglie il cappello e resta incantato dalla meraviglia che appare sotto i suoi occhi. L’angelo annuncia la buona notizia della gloria di Dio apparsa nell’alto dei cieli e della pace che investe tutti gli uomini, amati dal Signore.

La stella cometa

Su tutta la scena campeggia la stella cometa. È la luce di Cristo che illumina ogni uomo e ogni donna che vengono nel mondo. È questa luce la nostra speranza. Guida il nostro cammino. È la virtù più piccola ma è lei che trascina, come dice Charles Peguy, le altre due sorelle, la fede e la carità, perché ella vede quel che sarà: la vittoria di Cristo, porta che ci immette nella comunione definitiva con Dio.

                                                                                                         Mirella, Lorenzo, don Luciano.

SOLENNITA’ DELLA  IMMACOLATA CONCEZIONE

DELLA BEATA VERGINE MARIA

Lungo il cammino di Avvento che ci porta al Natale di Gesù incontriamo la madre Maria che nasce ed è salvata da Dio in previsione dell’amore di Cristo espresso sulla croce, un amore infinito che ha raggiunto anche noi nel giorno del nostro Battesimo.

Maria nasce “piena di grazia” come sarà salutata poi dall’angelo Gabriele. Ella è un inno di gioia a Dio.

Porterà dentro di sé un grande mistero, il progetto di Dio, progetto di amore per tutta l’umanità. Contemplando lei, rinasce la speranza anche in noi. Ella è la “mater spei et mater gratiae, mater plena sanctae laetitiae. O Maria!

Iniziativa aperta a tutti i ragazzi (6-13 anni)

Come  si partecipa?  Manda una Mail a: info@cattedraleudine.it con il tuo nome e cognome, classe frequentata, alcune fotografie oppure un breve video del presepio, specificando con chi lo hai realizzato e con quali materiali.

Premiazioni: Festa dell’ Epifania 6 gennaio, dopo la Messa delle 10.30.

Carissimi genitori, vi scrivo in occasione del S. Natale che ormai sta giungendo e al quale ci stiamo preparando durante il tempo di Avvento che è iniziato domenica scorsa. Quale Natale volete vivere con i vostri figli? Il Natale delle luci o della Luce? Il Natale degli sprechi o della Solidarietà? Ebbene, vi indico il Natale di Gesù che è la Luce del mondo e il dono del Padre all’umanità. A voi la scelta e a voi spetta fare il discernimento per i vostri figli, poiché le scelte per i ragazzi sono sotto la vostra responsabilità. Vi propongo la duplice strada dei valori e della verità del Natale attraverso questi piccolo itinerario liturgico e solidale:

CELEBRAZIONI LITURGICHE

Ascoltiamo la Parola e celebriamo la Parola di Dio che si incarna in Gesù.

Domenica 08 dicembre: Ore 10.30 S. Messa e presentazione del Presepio della Cattedrale. Benedizione delle statuine della Madonna che verranno collocate nel presepio di ciascuna famiglia. Cantano i Pueri cantores.

Domenica 15 dicembre: Ore 10.30 S. Messa e arricchimento dell’albero di Natale collocato sulla piazza del Duomo con gli auguri dei bambini alla città. Cioccolata per tutti i bambini.

Vigilia di Natale: Ore 19.00 S. Messa con le famiglie (che non potranno venire alle ore 24 o il giorno di Natale alle 10.30)

Lunedì 6 gennaio 2025: Solennità dell’Epifania.

Ore 10.30 S. Messa e premiazione di coloro che hanno aderito alla iniziativa “Presepio in famiglia”.

Domenica 12 gennaio 2025: Ore 10.30 S. Messa. Arrivo dei Re Magi e benedizione di tutti i bambini.

OPERA DI CARITA’

Testimoniamo la Parola di Dio con un gesto di solidarietà. Il Padre è solidale con noi perché ci dona il suo Figlio Gesù. Noi siamo solidali con i fratelli che bisognosi del nostro aiuto. “I bambini aiutano i bambini”.

Ai bambini viene data una scatoletta apposita per la raccolta di offerte per un istituto di bambini sordi nelle Filippine. Verranno portate davanti al presepio e si uniranno ai doni dei Re Magi domenica 12 gennaio. A tutti, assieme ai catechisti/e, auguro un buon cammino verso il Natale, che sia anche accompagnato dalla preghiera che vorrete fermarvi a recitare alla sera con i vostri figli.

       Cordialmente                                                                                          Il Parroco, don Luciano.

ATTENDIAMO O SIAMO ATTESI?

Carissimi fedeli,

                          inizia il nuovo anno liturgico con il Tempo di Avvento (anno C). Sappiamo che è un tempo di attesa. Attendiamo il Signore. Certamente. E non è una finta. Ma direi che questo avviene in seconda battuta. Prima di tutto è il Signore che attende noi come comunità di fede. E attende ciascuno di noi. Perché ci attende? Perché ci vuole bene, come un fratello. Attende tutti e ciascuno. Attende chi è abituato ad incontrarlo, chi lo cerca con passione sincera, chi fa fatica a trovarlo, chi è malato nel corpo o nello spirito, chi ha sentito il suo richiamo dopo tanto tempo, chi è cieco, chi è sordo, chi zoppica, chi non lo cerca per niente. Il Signore attende sempre e trasalisce di gioia quando il tempo dell’incontro si avvicina e si avvera. Come uno sposo attende con emozione la sposa. Sa che arriva ma finché non la vede arrivare, sente tremare il cuore. Non è fantasia. È il cuore di Dio.

Cosa attende da noi? Ha bisogno di noi come ha avuto bisogno di Maria per poter entrare in questo mondo. Attende che noi, pur increduli, condividiamo il progetto del Padre che Egli è venuto a realizzare: la nostra felicità, la felicità di tutti, il Regno di Dio.

E noi chi attendiamo? Attendiamo Lui, attendiamo che il Figlio di Dio si chini verso di noi e guardi il nostro mondo, le nostre miserie, le genti che soffrono a causa delle guerre, le povertà di ogni tipo, lo spaesamento di tanti giovani lasciati soli alla mercé di ogni vento.

Il Signore Gesù ha preso sul serio le attese di chi incontrava in Palestina durante la sua vita terrena. Però ha invitato tutti a convertire i cuori e a saper attendere non delle cose ma Lui stesso. Si attendeva un re forte che sgominasse il potere di Roma ed invece nasce un bambino, debole, indifeso, che dopo 30 anni di vita sulla terra viene crocifisso. Così ha dato una risposta a tutte le attese di ieri, di oggi e di domani. Diventando uomo, ci ha insegnato a passare attraverso le prove e le attese. L’attesa vera si realizza in una relazione di amore con Lui perché è lì che troviamo la felicità, la realizzazione della vita. “At-tendiamo”, tendiamo verso, andiamo incontro, usciamo dalla nostra situazione, dalla nostra mentalità, dai nostri comportamenti. Ci convertiamo a Lui. E questo richiede impegno, un impegno che si vive con la sua forza che già nel Battesimo abbiamo ricevuto e che ci coinvolge nella costruzione del suo Regno, dove ognuno di noi porta il suo mattone.

Ci saranno utili anche le proposte che presentiamo in Parrocchia: la preghiera, le opere di carità, il coinvolgimento delle nostre famiglie, il volontariato ecc… Sul foglio domenicale potremo trovare delle proposte che ci aiutano a vivere insieme il cammino di Avvento che è la metafora del cammino della vita che corre verso l’incontro definitivo con Dio che sempre viene.

                                                                                        Buon cammino!

                                                                                    Don Luciano Nobile

Canto delle Lodi e dei Vesperi durante l’Avvento

Ogni giorno al mattino e alla sera nell’Oratorio della Purità

In riferimento all’Avvento sono sorte varie espressioni di pietà popolare che sostengono la fede del popolo e trasmettono, da una generazione all’altra, la coscienza di alcuni valori di questo tempo liturgico. La corona dell’Avvento è una di queste espressioni. La disposizione di quattro ceri su una corona di rami sempre verdi a forma circolare a simboleggiare l’eternità di Dio, in uso soprattutto nei paesi germanici e nell’America del Nord, è divenuta simbolo dell’Avvento nelle case dei cristiani. Con il progressivo accendersi delle sue quattro luci, domenica dopo domenica, fino alla solennità del Natale, la corona dell’Avvento è memoria delle varie tappe della storia della salvezza e simbolo della luce profetica che via via illumina la notte dell’attesa fino al sorgere del Sole di giustizia (cf. Ml 3, 20; Lc 1, 78).